SALUTE MENTALE E RETE SOCIALE
“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”.
Così recita la Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che annovera l’equilibrio mentale tra gli elementi che fanno sentire realizzato ogni individuo.[1]
Chi gode di salute mentale, in effetti, è capace di gestire le proprie emozioni e i propri pensieri, di relazionarsi con gli altri contribuendo alla vita della comunità, di superare i momenti di tensione e apprezzare le esperienze gradevoli.
A tutti capita di vivere degli stati di malessere o dei periodi di crisi, ma quando la sofferenza non cessa e i pensieri e i comportamenti sono alterati, un intervento tempestivo può evitare che una situazione di disagio diventi un disturbo o degeneri in una malattia mentale.
Il benessere psico-fisico, infatti, non dipende solo dal patrimonio genetico ma anche dal contesto ambientale, sociale ed economico in cui si è inseriti. L’insieme di relazioni esistenti tra individui e tra questi e i gruppi e le organizzazioni è fondamentale: si tratta di un intreccio che può offrire sostegno e in cui si inseriscono realtà come, ad esempio, quella del Telefono Amico.
LA SITUAZIONE ATTUALE
Molti problemi legati alla salute mentale potrebbero essere trattati nel breve periodo e sostenendo costi contenuti. Purtroppo, però, manca un’adeguata informazione sul tema ed è ancora frequente la discriminazione e l’esclusione di chi soffre di malattie psichiche. Questo fa sì che troppo spesso i disagi mentali siano vissuti come debolezze caratteriali e che in tanti provino vergogna a chiedere aiuto per sé o per i propri cari.
Inoltre, ancora poche persone nel Mondo riescono ad accedere a trattamenti di qualità. Si stima che nei paesi a basso reddito più del 70% di coloro che soffrono di disturbi mentali non ricevano cure e che gli Stati spendano in media solo il 2% del loro budget sanitario a sostegno della salute mentale.
Il dato sul sotto-investimento risulta ancora più preoccupante se si considera che circa un miliardo di persone convive con un problema mentale e che la cifra potrebbe aumentare rapidamente a causa dell’impatto che la pandemia da COVID-19 ha avuto sulle nostre vite.[2]
COSA FARE?
In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, sono tante le richieste che arrivano alle nazioni da chiunque operi nel settore del benessere della persona. In particolare, l’auspicio è che aumentino gli investimenti volti a:
promuovere un’adeguata informazione sul disagio, la malattia mentale e su come e dove cercare aiuto;
educare bambini e ragazzi con attività di promozione della salute mentale nelle scuole;
coinvolgere in iniziative sociali le fasce di popolazione più vulnerabili come gli anziani e le minoranze;
aumentare l’accesso a cure e trattamenti di qualità per le persone con un reddito basso;
sostenere l’inserimento nel tessuto sociale delle persone in cura.
C’è, poi, quello che può fare ognuno di noi.
Quando qualcuno ci parla possiamo provare ad assumere il suo punto di vista e ascoltarlo senza formulare giudizi: è così che saremo in grado di comprendere le sue emozioni. Questo atteggiamento permette inoltre una più libera condivisione di storie ed esperienze che, a sua volta, rinforza i legami sociali e aiuta a superare i pregiudizi e gli stigmi.
Sentirsi accettati per come si è fatti è un bisogno che accomuna ogni persona; la salute mentale riguarda tutti.
[1] World Health Organization, “Salute mentale: rafforzare la nostra risposta” in Sala stampa, all’indirizzo https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/mental-health-strengthening-our-response, 30 marzo 2018.
[2] Comunicato stampa congiunto elaborato da: Organizzazione Mondiale della Sanità, United for Global Mental Health, e World Federation for Mental Health, 27 agosto 2020.
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